Il progetto nelle sue fasi operative è partito il 5 novembre 2022 in contrada Piscità. Sebbene nella pianificazione fosse previsto di iniziare la realizzazione delle fasce tagliafuoco ad una quota tra i 60 e 70 metri sul livello del mare, in pratica il terreno è risultato ancora troppo fragile da praticare (e da raggiungere) e si è iniziato da quota più bassa. Ciò a causa di una crosta superficiale che seppur sottile si è impermeabilizzata per effetto combinato delle alte temperature dell’incendio, dei lunghi periodi di siccità e dei grandi volumi di cenere dovuti in parte all’intensa combustione dei ceppi e anche per effetto collaterale delle eruzioni vulcaniche del periodo. E’ stato subito evidente che intaccare questa crosta con mezzi manuali e meccanici ai fini dell’attività, anche solo in alcune aree ma in particolare in pendio, avrebbe potuto innescare un’ulteriore effetto erosivo per dilavamento delle superfici esposte. Meglio aspettare che le piogge più costanti e meno intense iniziassero lo smantellamento uniforme della parte dura superficiale così che finalmente ampie aree di territorio ritrovassero la capacità di assorbire l’acqua e favorire la ricrescita della vegetazione. Nel frattempo abbiamo cambiato strategia e iniziato le attività da quote e situazioni diverse.
AP1: oliveto 1.400 mq su due ampi terrazzamenti quasi livellati con 20 alberi di cui alcuni centenari fortunosamente scampati all’incendio anche se le fiamme lo hanno lambito e bruciacchiato le chiome. In disuso da decenni era invaso da rovi e infestanti, è stato completamente diserbato e pronto alla potatura di formazione. Riteniamo sia un patrimonio arboreo da salvaguardare.
AP2: oliveto/seminativo 1.600 mq è stato il fronte di contenimento dell’incendio e del libero corso a valle verso l’abitato di parte delle acque piovane non più trattenute dalla vegetazione, con solo 10 olivi scampati al fuoco e un numero non precisato di piante dove le fiamme sono penetrate fin nelle radici.
AP3: oliveto/cappereto 3.800 mq su tre livelli, abbiamo iniziato a ripulirlo dai detriti perchè colpito per circa il 70% della sua estensione dal fuoco. Avremo presto una stima delle piante danneggiate o irrecuperabili ma restituisce testimonianze del passato agricolo dell’isola.
metodi e materiali
Per un approccio rapido siamo ricorsi ad una versione di base delle tradizionali tecniche di stabilizzazione superficiale dei pendii definite con termini quali: fascinate, palizzate, viminate. In pratica sono stati utilizzati tutti gli stralci dai tagli o dai resti di vegetazione recuperati in loco nel corso della bonifica, ancorati con paletti sulla longitudine sul pendio.
I muretti di pietra a secco sono la soluzione per contenere e utilizzare al meglio questa terra, l’isola era terrazzata e coltivata con tale sistema fino alla sommità, oggi dopo decenni di abbandono e il susseguirsi di incendi e alluvioni ne sono rimaste solo parti, una missione impossibile ripristinarli tutti.
Il metodo per quanto basico e su di una superficie parziale ha dimostrato la sua efficacia durante i recenti acquazzoni, i terrazzamenti hanno trattenuto acqua, terra e pietre con un effetto di auto livellamento, inoltre ha messo in chiaro che le acque meteoriche così regimentate non rappresentano un pericolo ma una essenziale risorsa che sosterrà la crescita dei nuovi giovani olivi che pianteremo in quei luoghi in compensazione di quelli perduti.
attrezzi e risorse umane
Grazie alle donazioni di tutte le persone che hanno sostenuto il progetto “coltiviamo un’idea” è stato possibile acquistare la maggior parte delle attrezzature necessarie, assumere un operatore/giardiniere a tempo pieno anche se per breve periodo e sostenere i costi di gestione. Il pezzo forte della dotazione è il dumper KatoImer 110, mezzo da lavoro terra particolarmente utile per la soma, uno scecco ( asino) meccanico che si nutre di gasolio ed è in grado di trasportare attrezzi, accessori e materiali li dove serve, anche in pendio. E’ nei fatti un cantiere mobile e autosufficiente. Per i luoghi più impervi anche dotati di una carriola semovente 4×4, inoltre di tutta la meccanica necessaria a svolgere le attività di progetto: motoseghe, decespugliatori, trincia sermenti e dei classici attrezzi manuali di sempre: pale, zappe, rastrelli, accetta, seghetti, forbici da potatura, mazzotta, piccone, per i dettagli…. link al riepilogo di contabilità progetto.
lavoro utilissimo e fatto bene. Che serva di lezione ad una amministrazione assente. Proseguiamo così quanto più possibile
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